La lettera che contraddistingue i vari tipi di interruttori differenziali, fa riferimento alla forma d’onda della corrente di guasto che si può stabilire verso terra. Nella seguente tabella sono presenti i quattro tipi di interruttori differenziali esistenti:
- tipo AC: l’interruttore interviene solamente per correnti sinusoidali;
- tipo A: l’interruttore interviene sia per correnti sinusoidali, che per correnti unidirezionali sovrapposte ad una corrente continua;
- tipo F: interviene per i casi sopra indicati e per correnti multi frequenza (solitamente a valle di inverter);
- tipo B: interviene per i casi sopra indicati e per correnti continue.
La norma impone l’uso del differenziale di tipo A (nei circuiti monofase), o di tipo B (nei circuiti trifase), nei seguenti casi:
- nei sistemi di carica dei veicoli elettrici, se sprovvisti di trasformatore di isolamento;
- negli impianti fotovoltaici all’uscita dell’inverter, a meno che il costruttore dichiari che l’inverter non è, per costruzione, tale da iniettare correnti continue per guasto verso terra;
- all’uscita da UPS, di STS o di altre apparecchiature elettroniche su richiesta del costruttore;
- nei locali medici ed estetici, solo in alcuni circuiti, come indicato dalla norma CEI 64-8 sez.710.
In tutti gli altri casi, dobbiamo valutare se possono esserci possibili correnti unidirezionali verso terra. In assenza di tali correnti, il differenziale di tipo A o B è facoltativo, ma può essere utile per aumentare la sicurezza dell’impianto.
Il differenziale di tipo F è utilizzato invece per la protezione degli inverter che alimentano i motori.
IMPORTANTE: In caso di incertezza, riguardo alla corrente di guasto che può essere scaricata verso terra da un’apparecchiatura in caso di guasto, è sempre meglio chiedere il parere del costruttore!
Si ricorda che il differenziale di tipo S (selettivo) non è un differenziale sensibile a correnti d’onda particolari: è un differenziale ritardato, utile per migliorare la selettività dell’impianto.